CAPITALE: Khartoum – ALTITUDINE: 380 m

CERTIFICAZIONI RICHIESTE

Febbre gialla – Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è richiesto ai viaggiatori di età superiore a 9 mesi che arrivino da paesi con rischio di trasmissione di febbre gialla. I paesi e le aree incluse nelle zone en- demiche sono considerate aree a rischio. Il certificato può essere richiesto ai viaggiatori che lasciano il Sudan. HIV/AIDS– Esistono norme di legge che limitano l’ingresso, il soggiorno o la residenza di persone HIV positive.

 

RISCHI PER LA SALUTE

  • Malaria – Il rischio di malaria, principalmente da P. falciparum, esiste tutto l’anno in tutto il paese. Il ri- schio è basso e stagionale nel nord. È più alto nella parte centrale e meridionale del paese.  È molto limitato sulla costa del Mar Rosso. Riportata  resistenza del P. falciparum  alla clorochina e alla sulfados- sina-pirimetamina.  Prevenzione raccomandata: prevenzione delle punture di insetto più meflochina o doxiciclina o atovaquone/proguanil.
  • Febbre gialla – 847 casi, di cui 171 mortali, sono stati notificati tra il 2 settembre e il 24 dicembre 2012. Questa epidemia ha toccato almeno 35 delle 64 località del Darfur. Nel novembre 2012 è stata condot- ta una campagna di vaccinazione di massa avente l’obiettivo di raggiungere 2.178.000 persone in 12 del Darfour. In una seconda fase sono state vaccinate 1.200.000 persone in 5 località: Bandasi, Forbranga, Grand Nyala, Mkjar e Shataia. La vaccinazione contro la febbre gialla è raccomandata per tutti i viaggiatori di età > 9 mesi che abbia- no per destinazione le aree a sud del Deserto del Sahara. Non è raccomandata invece per coloro il cui itinerario sia limitato al Deserto o alla città di Khartoum.
  • Leishmaniosi – Il sud del paese è stato teatro recentemente di un’epidemia che avrebbe fatto 40.000 vittime. La malattia si era già diffusa verso il nord e verso l’est del paese. La zona colpita, nella provincia dell’Alto Nilo occidentale, nel sud del Sudan, è in guerra; ciò non ha permesso alle autorità sanitarie di prendere le dovute misure per fronteggiare l’epidemia. La priorità nel controllo della malattia, trasmessa attraverso le punture di flebotomi, consiste infatti nella diagnosi precoce e nel trattamento immediato con antimonio pentavalente. Lasciati senza trattamento, i pazienti che presentano manifestazioni cliniche sono a rischio di vita.
  • Febbre della Valle del Rift – Nel 2007 e 2008 si erano verificate estese epidemie di febbre della Valle del Rift. Gli stati più colpiti sono stati Gazeera, Kassala, Khartoum, River Nile, Sinnar e White Nile. Il tas- so di mortalità era stato del 31,8%.
  • Altre malattie trasmesse da artropodi – Sono diffuse diverse forme di filariosi ed esistono focolai endemici di oncocercosi (cecità dei fiumi). La tripanosomiasi africana (malattia del sonno) ha una forte prevalenza nel paese ed un’elevata trasmissione. Essa è segnalata in numerose province. La malattia ha una prevalenza tra il 20 ed il 50% in certi villaggi e province e come conseguenza di ciò si verificano spesso epidemie. Si verifi- cano anche casi di febbre ricorrente e di tifo da pidocchi, pulci e zecche. Molte malattie virali, trasmesse da zanzare, flebotomi, zecche, ecc., si possono presentare sotto forma di febbri emorragiche gravi.
  • Diarrea del viaggiatore – Rischio elevato. Adottare con scrupolo le norme di sicurezza alimentare e portare in valigia un farmaco come il Normix per utilizzarlo in caso di necessità.
  • Colera – Nel 2009 erano stati riportati 13.681 casi di colera e 52 morti. Non sono stati notificati casi recenti.
  • Altre malattie trasmesse dagli alimenti e dall’acqua – Fortemente endemiche, le elmintiasi di origine ali- mentare, le dissenterie e le malattie diarroiche, come la giardiasi, la febbre tifoide, l’epatite A ed E (di cui si sono avute diffuse epidemie). Nelle aree di pastorizia si è diffusa l’echinococcosi. Casi di dracunculosi.
  • Poliomielite – La recente espansione di un’epidemia prolungata di poliovirus selvaggio di tipo 1 (WPV1) in Sudan pone un rischio molto alto di ulteriore diffusione internazionale che richiede una immediata ed urgente risposta all’epidemia nelle aree colpite e una aumentata sorveglianza nei paesi a rischio. Precedentemente ristretta al sud del Sudan e alla parte occidentale dell’Etiopia, l’epidemia si è ora diffusa in Kenya, in Uganda e nel nord del Sudan (in Khartoum e Port Sudan). Preoccupa molto la confer- ma del riscontro di WPV1 in Port Sudan. È da questa area che dal 2004 al 2006 l’WPV1 si è diffuso per reinfettare parecchi paesi incluso l’Arabia Saudita, la Somalia, lo Yemen e l’Indonesia causando epidemie che hanno provocato 1200 casi.
  • Meningite menigococcica – Nel 2012 sono stati riportati 538 casi e 26 decessi Tasso di letalità 4,8%. L’agente patogeno che ha causato l’epidemia è stato N. m. sierogruppo W135.
  • Altre malattie – Oltre al tracoma, che è diffuso, serbatoi animali di infezioni da virus Ebola sono stati identificati da tempo. Nel 2004, le autorità sanitarie di Yambio avevano notificato 30 casi di infezione da virus Ebola, di cui 7 mortali. Attenzione agli animali rabidi e ai serpenti. Nel paese esiste un’alta pre- valenza (> 8%) di portatori del virus HBV, responsabile dell’epatite B. Esistono focolai di schistosomiasi. Endemicità elevata per la tubercolosi e la difterite. Nel Sud Sudan nel 2011 segnalati 1.799 nuovi casi di lebbra mentre nel Sudan 706.

 

VACCINAZIONI DA CONSIDERARE: quelle di routine, epatite A, febbre tifoide, polio (richiamo), meningite meningococcica e rabbia.

 

Gli Accordi di Pace tra Sudan e Sud Sudan, firmati nel settembre 2012, ed i recenti positivi sviluppi possono essere considerati elementi incoraggianti per quanto riguarda la stabilità in Sudan. In tutto il Paese, tuttavia, persiste un generale clima di tensione, dovuto ad alcune criticità connesse, oltre che ai rapporti con il Sud Su- dan, al conflitto in Sud Kordofan e Blue Nile ed alla perdurante crisi in Darfur. In quest’ultima regione, la cui situazione di sicurezza ha registrato un peggioramento nel corso degli ultimi mesi: si registrano frequenti epi- sodi di banditismo con il forte rischio di sequestri di persona (anche a danno di operatori umanitari), oltre che periodici scontri tra forze governative e ribelli. La Farnesina sconsiglia pertanto, viaggi a qualsiasi titolo in tut- to il Darfur. É inoltre ancora instabile la regione di confine tra Sudan e Sud Sudan, specialmente negli Stati del Sud Kordofan e del Blue Nile, dove è tuttora in vigore lo stato di emergenza e continuano a registrarsi scontri tra le Forze governative ed Unità del “Sudan People’s Liberation Movement / North – SPLM/N”, probabilmente affiancate da miliziani del movimento darfuriano “Justice and Equality Movement”. Per chi dovesse recarsi nel Paese occorre contattare l’Ambasciata  ai seguenti numeri: centralino: +2491 83 471615/6/7, cellulare di +2499 12306050 (attivo 24 ore su 24). Tutte le compagnie aeree commerciali che operano in Sudan non ri- spondono agli standard ICAO e sono quindi “black-listed” dall’Unione Europea.