Il virus della rosolia è un togavirus del genere Rubivirus. Il virus della rosolia si trasmette per via respiratoria ed il virus si replica nella mucosa naso-faringea e nei linfonodi  locali. Gli essere umani sono i soli ospiti conosciuti. La rosolia si caratterizza per un esantema eritematoso transitorio, congiuntivite, stato infiammatorio della mucosa nasale, linfoadenopatia  post-auricolare e sub-occipitale, febbre lieve e nausea. L’artralgia e l’artrite, raramente si verificano nei bambini ma possono colpire il 70% degli adulti, specie di sesso femminile. Manifestazioni emorragiche, sindrome di Guillain-Barrè ed encefalite sono riportate raramente. Studi sierologici hanno mostrato che il 20-50% di tutte le infezioni da rosolia sono sub-cliniche. L’infezione congenita e la sindrome congenita da rosolia  (CRS) sono causate da un’infezione nella fase precoce della gravidanza. Dal concepimento e durante le prime 8-10 settimane di gestazione, l’infezione da rosolia può comportare difetti fetali multipli fino al 90% dei casi e spesso causa aborto. Sebbene non si conosca il peso della CRS, si stima che si verifichino ogni anno 100.000 casi solo nei paesi in via di sviluppo.

I viaggiatori che non sono stati vaccinati contro la rosolia possono essere a rischio quando visitano paesi dove la copertura vaccinale non è ottimale. Particolare attenzione deve esser posta per assicurare protezione alle donne che possono diventar gravide durante il periodo del viaggio.

I vaccini contro la rosolia messi in commercio, basati sul ceppo vivo attenuato RA27/3 del virus della rosolia e cresciuti nelle cellule umane diploidi, hanno dato prova di esser sicuri ed efficaci, raggiungendo una protezione del 95-100% che verosimilmente dura tutta la vita, dopo una sola dose.

Il vaccino contro la rosolia viene somministrato in Italia come vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosoliana) 15-18 mesi di età. Quello singolo contro la rosolia potrebbe essere somministrato ai bambini di 9 mesi di età. In linea di principio, la vaccinazione contro la rosolia delle donne gravide deve essere evitata e la gravidanza deve essere evitata entro un mese dalla vaccinazione a causa del rischio teorico, mai dimostrato, di danni fetali indotti dal vaccino.